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Liceo Scientifico Michelangelo Buonarroti

In questo Istituto è apparso chiaro che per superare le resistenze ed accedere ai vissuti più personali e poter così ingaggiare gli studenti è necessario stabilire una relazione significativa.

Le presentazioni e le domande fatte in contesti troppo affollati non funzionano. La pressione di gruppo è un forte deterrente per la riflessione e l’espressione degli argomenti oggetto del Progetto. L’intervista in gruppo non è stata realizzata. Tuttavia ci sono i dati dei questionari da analizzare.

Esamineremo i dati del primo e del secondo questionario. Il primo, un breve sondaggio composto di poche domande e di uno spazio per commenti liberi, è stato restituito da novanta studenti. Il secondo più analitico, centrato su aspetti cognitivi è stato restituito da settanta allievi.

I dati salienti della prima raccolta di dati sono:

Se andiamo a vedere come si distribuisce il sesso nella seconda domanda (ti sembra un fatto normale?) vediamo che anche in questo caso i maschi sono più dubbiosi e meno propensi delle femmine a giudicare decisamente il bullismo come un problema da risolvere. Perciò siamo autorizzati a pensare che ben più del 50% degli intervistati sa di che cosa si parla ma più di un quarto di essi non è sicuro di che cosa si parli, forse perché lo considera un fatto normale.

Non essendo meglio precisato nella domanda il come ed il dove dei fatti di bullismo dobbiamo aiutarci con i commenti liberi.

Maschio:

Vissuto in prima persona il bullismo è un’esperienza amara difficile da dimenticare… specialmente quando ti puntano un coltellino addosso….È un problema da risolvere perché è un’esperienza molto brutta che non si può immaginare ma solo provare…

Maschio:

in questa "città" troviamo molti episodi di bullismo, soprattutto provenienti da persone non del posto, ovvero da quei trasfertisti che, anche se venendo a vivere in una realtà diversa non se ne rendono conto e continuano con il loro stile di vita. Purtroppo gli enti pubblici non intervengono, anzi, per lavarsi le mani, considerano queste persone come minorati mentali!

Un altro maschio incalza:

non accade (…) solo a scuola, anzi, soprattutto fuori di scuola.

Un maschio sentenzia: la nostra società non combatte gli atti di bullismo.

Sul tema del bullismo, generalmente pensato come un fenomeno tipicamente maschile, abbiamo registrato, quasi a confermare il luogo comune, molti altri commenti quasi esclusivamente maschili.

In sintesi, nella percezione degli alunni delle prime classi del Liceo Scientifico il bullismo è un fenomeno diffuso, incontrato prevalentemente per strada, ad opera di ragazzi non originari del territorio monfalconese.

Il fenomeno dell’aggressione tra i sessi ha trovato una diffusione poco inferiore al bullismo, però le testimonianze arrivano prevalentemente dalle regazze. I ragazzi che percepiscono questo fenomeno sono una minoranza.

Il tema della violenza indiretta, più frequente nel mondo femminile, è stato introdotto e saggiato con la domanda:


Hai assistito a forme di esclusione dal gruppo?

Risposte 72% sì – 17% forse – 11% No.

Risposte Femmine 85% sì – 10% forse – 5% No.

Risposte Maschi 63% sì – 23% forse – 14% No.

Nell’universo feminile la sensibilità verso questo tipo di fenomeno è decisamente superiore. Sia perché nel mondo femmiile tali forme di violenza sono più frequenti rispetto il mondo dei maschi, sia forse per una sensibilizzazione maggiore.

Questi dati dimostrano che il tema centrale del progetto, la Violenza Relazionale è ben rappresentato nell’esperienza degli allievi delle prime classi. Però é ancora più rilevante capire in che misura tale fatto sia giudicato normale. La frequenza di tale giudizio ci da indicazioni sulla probabilità che i proprietari di tale criterio mettano o metteranno in atto azioni simili.

Le forme di esclusione dal gruppo sono un fatto normale?

Risposte: 26% sì – 33% forse – 41% No.

Risposte Maschi 26% sì – 28% forse – 46% No.

Risposte Femmine 24% sì – 42% forse – 34% No.

Si può notare che le ragazze sono più dubbiose e riluttanti dei ragazzi nel pensare che si tratta di un fatto da cambiare. Questo dato è coerente con l’ipotesi che la minore resistenza cognitiva al fenomeno è preludio al suo manifestarsi in comportamenti osservabili. Comunque, coloro che pensano tali fatti come un problema da risolvere sono maggioranza. È su essi che si dovrebbe far leva per intervenire allo scopo di migliorare il clima di violenza indiretta nella scuola.

La domanda successiva ripropone la violenza indiretta in modo più generico:

Hai assistito a forme di violenza morale?

Risposte: 50% sì – 33% forse – 17% No.

Una discreta migrazione dei sì nella fascia del dubbio lascerebbe intendere che il concetto di violenza morale sia meno chiaro dell’affermazione “esclusione dal gruppo”. Il fatto è più evidente nei maschi. Il dato relativo alla domanda precedente comunque sembra confermato.

Un commento di una ragazza ci fa pensare che il concetto di violenza morale in realtà è abbastanza chiaro e che forse la fascia degli indecisi aumenta perché è più difficile riconoscerlo: “la violenza è presente anche in questa scuola ma principalmente è di tipo psicologico più che fisico.”


Sono un fatto normale?

Risposte: 26% sì – 27% forse – 47% No.

Le ragazze sembrano più propense dei maschi a pensarne affermativamente o a dubitarne.

A questo punto diamo voce ad un giudizio critico espresso da un maschio su quanto appena affermato: Penso che la violenza psicologica sia maggiore tra gli adulti (penso alla politica) che tra gli adolescenti. Stiamo strumentalizzando episodi (isolati) da condannare e li stiamo trattando come fossero episodi quotidiani.

Una ragazza commenta: (l’argomento...) potrebbe essere interessante se approfondito….

Sembra alludere ad una certa superficialità della proposta del progetto. Questo dovrebbe indurci a curare meglio la preparazione di strumenti di approfondimento per il prossimo anno.

Infine il questionario indaga le convinzioni circa la possibilità d’intervento efficace.

Questi fenomeni si possono controllare?

Risposte: 50% sì – 33% forse – 17% No.

Indicazioni incoraggianti in vista della fase propositiva del progetto. Ma bisogna trovare forme d’ingaggio più efficaci...

sei disposto ad impegnarti con noi per farlo?

Risposte: 19% sì – 48% forse – 33% No.

Rimane da studiare come i ragazzi hanno risposto ad un quesito aperto del primo test, inserito all’ultimo momento, sulla scorta dell’esperienza con i ragazzi delle medie. È un esempio di costruzione in itinere di sonde calibrate sulla realtà che si sta esplorando. La domanda era:

Quando è che il gioco aggressivo o lo scherzo diventano Violenza?

Alcune risposte più significative:

F quando alla persona che subisce rimane un ricordo che difficilmente riesce a rimuovere

F quando la persona è privata dei propri diritti

M quando alcuni ragazzi si approfittano di qualcuno con il carattere più debole

M quando quella persona che subisce inizia a stare male

M Quando si ripetono all'esasperazione.

F Quando uno dei due vuole smetterla e l'aggressore continua

F Quando qualcuno ci rimette fisicamente o psicologicamente

? Quando dura troppo a lungo e la "vittima" inizia a risentirne psicologicamente

F Quando la persona che ne subisce soffre e quindi non c'è più rispetto per essa.

F Quando la persona che subisce il danno continua a stare male per lungo tempo

M Quando ci sono di mezzo i meridionali

Il successivo test cognitivo è stato somministrato a 70 ragazzi delle CLASSI PRIME, riuniti in assemblea il 24 maggio 2006 (contesto poco propizio).

Sono state valutate convinzioni e opinioni riguardo ipotetiche situazioni di potenziale violenza. Le convinzioni riguardano le affermazioni: del tutto GIUSTO o del tutto INGIUSTO. Sono riportate in carattere maiuscolo. Le opinioni, con grado di convinzione minore, sono relative alle affermazioni: abbastanza giusto – abbastanza ingiusto: Sono riportate in carattere minuscolo.

Trattandosi di giudizi, essi non corrispondono ai comportamenti reali, che risentono del condizionamento del gruppo e del clima generale delle classi e degli istituti. Essi sono comunque dei precursori dei comportamenti sia positivi sia negativi. Sono il campo di azione di interventi correttivi ed anche il metro con il quale poter misurare l’efficacia degli stessi.

Quando sei molto arrabbiato/a é giusto spintonare o colpire? femmine) il 79% non è d’accordo.

Come giudicare tale dato? Confortante? Preoccupante? La risposta a tale domanda è probabilmente un test cognitivo su chi sta leggendo... I ragazzi hanno giustamente sottolineato che il mondo degli adulti è il precursore del sistema di convinzione dei ragazzi. Uno studio serio non dovrebbe ignorare tale versante del fenomeno violenza. È un utile esercizio per ogni adulto che legge rispondere sinceramente a queste domande facendo riferimento alle relazioni amicali attuali.

Passando dallo spintonare alla violenza verbale, ovviamente la percentuale di consenso aumenta.

Quando sei tanto arrabbiato/a è giusto insultare?

Risposte 11% GIUSTO – 17% abbastanza giusto – 38% abbastanza ingiusto – 34% INGIUSTO.

Passando poi alla violenza indiretta il consenso aumenta ulteriormente.

Se vuoi che qualcuno non faccia parte del tuo gruppo è giusto ignorarlo?

Risposte: 42% GIUSTO o abbastanza giusto. 58% abbastanza ingiusto o INGIUSTO.


È giusto tacere quando qualcuno viene escluso dal giro di amici?

6% GIUSTO, 25% abbastanza giusto. 50% abbastanza ingiusto, 19% INGIUSTO.

La violenza diretta è un fatto normale della vita e sarà sempre così?

Risposte 42% GIUSTO o abbastanza giusto – 58% INGIUSTO o abbastanza ingiusto.

Questa domanda è stata posta anche nel test precedente seppure in forma diversa. È un occaione per verificare l’attendibilità di queste misurazioni. La domanda era: le scene di Bullismo  ….

Si può notare che, in sostanza, entrambe le misurazioni riferiscono di un 40 - 50% di ragazzi che ritengono la manifestazioni dirette della violenza un fatto normale della vita. Questa opinione dovrebbe essere contrastata dimostrando che una serie di interventi fattibili, portati avanti con determinazione dalla maggior parte del corpo docente e dei genitori, oltre che dei ragazzi, può cambiare stabilmente il clima che si respira nelle scuole e lungo il percorso che conduce ad esse.

Seguono le domande che indagano il giudizio sulle giuste ritorsioni in caso di violenze subite. Questi dati, visibili nella presentazione power point, potranno essere utili nel momento della proposta di intervento prevista per il prossimo anno. A partire dal grado di consenso verso queste ritorsioni si possono cercare, collettivamente, forme alternative di risposta, publicizzarle, applicarle e farle applicare. (cfr. parte propositiva).

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