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A cura di Fabrizio Bertini

Progetto Comunitario per Prevenire i Disturbi Alimentari

Temi sensibili nel campo dei Disturbi dell’Alimentazione. 2

Obiettivo Generale. 3

Obiettivi Specifici 4

Metodi 5

Partners. 6

Sottoprogetto: Educazione tra Pari negli Istituti Scolastici Superiori 6

Sottoprogetto: Violenza Relazionale nelle Scuole Medie e Contromisure. 8

Sottoprogetto per le Scuole Elementari 10


Temi sensibili nel campo dei Disturbi dell’Alimentazione

Disagio emergente

I Disturbi dell’Alimentazione sono una forma emergente di disagio che interessa adolescenti e giovani donne e sta guadagnando terreno anche nel genere maschile. Sono una forma di disturbo mentale che tende facilmente alla cronicità, segnando in maniera negativa la vita dei giovani colpiti, anche nelle fasi di apparente normalità. L’incidenza e la prevalenza dei disturbi alimentari conclamati che arrivano ai servizi sanitari non è tale da far pensare ad un’epidemia, tuttavia il sommerso del fenomeno ed il disagio che esso arreca direttamente od indirettamente sta raggiungendo proporzioni allarmanti, tant’è che il prossimo Piano Socio Assistenziale del FVG dedicherà un capitolo a parte a tale specifico problema.

Cause culturali e sociali del disagio

È universalmente riconosciuto che le cause determinanti tale disagio sono fortemente condizionate dal clima culturale e dalla qualità delle relazioni sociali. Per una disamina non esaustiva ma centrata sui temi sensibili del progetto, si rimanda al libro che costituisce il corpo dottrinario dello stesso. [1] In estrema sintesi, in vista degli obiettivi che seguiranno è opportuno richiamare tra le cause culturali il modello di corpo femminile di successo, (dalle misure anoressiche delle top model ai messaggi al vetriolo di Vanna Marchi sui rotoli di cellulite), il tema del perfezionismo paradossalmente associato al tema del vittimismo, entro il più ampio tema dell’identità e del protagonismo femminile, ed infine le cause più propriamente sociali come: la violenza relazionale tra coetanei, i fenomeni deteriori di gruppo, nel quadro della più generale difficoltà a stabilire relazioni sane ed autentiche, sia con se stessi, sia con parenti ed amici.

Principi d’intevento efficace

Nel testo citato si fa riferimento ad alcuni principi che caratterizzano gli interventi efficaci centrati su problemi complessi e stratificati come i Disturbi Alimentari. Tra gli altri, la necessità d’interventi trasversali, transdiagnostici, ovvero interventi di “profondità”, che mirino alle cause profonde (più che agli epifenomeni diversificati) tramite interventi di lungo corso, articolati su più livelli. Infine la necessità di concepire e realizzare una giusta dose di protagonismo e di empowerment, sia attivando il maggior numero di agenzie, sia attivando gli stessi giovani direttamente interessati al problema. L’intervento terapeutico non può prescindere da un’efficace integrazione a livello della persona (riequilibrio mente/corpo), della famiglia (coinvolgimento coerente col programma terapeutico), della comunità (riattivazione del senso di Comunità Educante). Perciò i progetti di prevenzione primaria devono esplicarsi su più livelli (scuola elementare, media e superiore) coinvolgendo le famiglie, rendendosi visibili ed incisivi nella Comunità, attraverso l’attivazione del volontariato e del non profit. (Su quest’argomento vedi anche la parte introduttiva il Progetto Sviluppo Sano dell’associazione Zyme) [2]

Terapia dei D. A. nel FVG

Nel F.V.G. l’offerta di aiuto sanitario è ancora carente e frammentaria, con forti diversità tra le diverse aree. Ma anche laddove fosse considerata sufficiente, sotto il profilo medico, manca comunque di adeguato integrazione con quelle risorse non strettamente legate al modello medico di intervento, che possono apparire necessarie per riequilibrare un sano rapporto tra mente e corpo. Nel senso d’equilibrio personale ma anche nel senso dell’equilibrio tra persona, gruppo e corpo sociale. [3]

Secondo autorevoli esperti, per poter dire che una persona è veramente guarita da un Disturbo dell’Alimentazione, è necessario che sia risanata l’alterazione dell’immagine corporea; obiettivo che non si può raggiungere solo con tecniche sostanzialmente verbali, come il trattamento cognitivo, riabilitativo ed interpersonale offerte dai servizi pubblici. Per modificare l’immagine corporea sono necessarie esperienze prevalentemente non verbali, di tipo psicomotorio. Tale specificità interessa gli aspetti psichici del movimento, della consapevolezza e dell’espressione corporea.

Il recupero dell’autentica corporeità smarrita deve perciò necessariamente passare attraverso nuove esperienze corporee. Per tale ragione il progetto s’intitola “HABEAS CORPUS”, termine del diritto anglosassone che richiama il diritto fondamentale della persona di disporre del proprio corpo, contro i sottili e pervasivi tentativi di espropriazione perpetrati dal mercato, per un’autentica cultura del benessere.

La politica sanitaria della Regione F.V.G. nel campo del disagio giovanile, ha bisogno di stimoli culturali improntati dal principio dell’integrazione, per rispondere in modo efficace al problema dei Disturbi dell’Alimentazione, nel quadro del più ampio tema del disagio giovanile.

I problemi personali di gruppo e di comunità, implicati in tale forma di disagio, richiedono un forte innesto dei percorsi terapeutici personalizzati con i problemi e le risorse delle comunità.

Le èquipe terapeutiche devono perciò comunicare tra loro, collaborare ed aprirsi ai problemi ed alle risorse del proprio territorio, stimolare la nascita di forme di cittadinanza attiva, affinché si sviluppino dei circuiti di rinforzo e dei gruppi di pressione, capaci di suscitare a livello dei centri decisori delle politiche di salute, risposte razionali e coerenti di livello regionale.

Visto da una prospettiva più sintetica tale processo di apertura della terapia dei DA può considerarsi come una sorta di riscoperta, riconciliazione ed integrazione con il corpo sociale che, attraverso il sintomo lancia segnali di malessere. A tale scopo il linguaggio più efficace è quello delle pratiche e delle teorie del lavoro di rete, secondo l’approccio costruzionista, che valorizza l’apporto creativo emergente dal basso. Ancora, ad un livello più personale, il modello di terapia dei DA deve riscoprire ed integrare nei progetti terapeutici quei linguaggi peculiari che consentono di mediare più efficacemente le istanze provenienti dal corpo e dall’anima.

Prevenzione dei D.A.

Con il termine di prevenzione intendiamo la Prevenzione Primaria: l’intervento che precede la manifestazione iniziale del disagio annullandolo o riducendone l’intensità o l’estensione. Perciò l’intervento deve intervenire precocemente coinvolgendo scuola e famiglia, con strumenti adatti alle caratteristiche dei problemi evolutivi dei ragazzi e delle potenzialità evolutive degli stessi. Questo progetto intende creare le premesse per un percorso di crescita multilivello, di lungo periodo, che per ora si concentra su alcuni temi sensibili, ma prevede il possibile innesto di altre risorse sinergiche e complementari.

Obiettivo Generale

Sperimentare Nuove Metodologie per Contrastare e Prevenire il Disagio Giovanile.

Indicatori Chiave:

q       Impiego del videogioco per la didattica integrativa nella scuola.

q       Impiego del video clip (i ragazzi sono incoraggiati a fare gli attori ed i registi) come strumento di educazione cognitivo comportamentale tra pari.

q       Coinvolgere attivamente un numero significativo di giovani tramite un lavoro di gruppo; Proporre ai giovani un’esperienza di cittadinanza attiva, incisiva e responsabile, di lungo periodo (due anni), secondo i principi dell’educazione tra pari.

q       Implementare un progetto scolastico con la partecipazione di almeno due associazioni di volontariato, che preveda un percorso di analisi e di intervento sul disagio giovanile.

q       Proporre uno studio della violenza relazionale nelle classi scolastiche delle scuole medie.

q       Insegnare operativamente il senso dell’auto efficacia, dell’autostima fondata, del protagonismo sociale, della cittadinanza attiva, in contrapposizione a modelli culturali basati sulla violenza e sul mero “apparire”.

q       Contrastare la violenza relazionale tra pari tramite interventi specifici.

q       Prevenire il disagio giovanile con la proposta di percorsi educativi positivi che si siano dimostrati utili per contrastare e prevenire il disagio giovanile: ovvero fornire strumenti per apprendere capacità cognitivo comportamentali positive come:

  1. alimentazione consapevole
  2. ottimismo ragionato
  3. resilienza e tecniche antistress
  4. assertività e leadership
  5. auto efficacia ed autostima fondata
  6. bilancio di competenze

Fonti sul tema della violenza relazionale: www.opheliaproject.org

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Obiettivi Specifici

  1. Attivare un Gruppo Operativo che coinvolga le agenzie interessate ad un intervento sia preventivo sia promozionale, multi livello, teso a contrastare i fattori che generano e mantengono i Disturbi Alimentarie ed a promuovere uno stile di vita che li prevenga efficacemente;
  2. Proseguire, estendere e rendere più incisivo il modello di collaborazione scuola/volontariato negli istituti scolastici superiori, tramite l’impegno studentesco in gruppi di lavoro su un problema emergente, inaugurato con il Progetto Esserci; [4]
  3. Realizzare uno studio pilota sul problema della violenza relazionale nelle classi delle scuole medie inferiori;
  4. Attivare un programma di educazione alimentare consapevole e critica nelle scuole elementari, tramite strumenti e metodi innovativi.
  5. Mettere in rete i diversi livelli tramite occasioni di verifica e di discussione

Indicatori di Risultato:

  1. Costituzione del Gruppo Operativo Alimentazione Liberata che coinvolga almeno tre Associazioni Non Profit di almeno un rappresentante scolastico e almeno un rappresentante dei servizi pubblici. Verbali delle riunioni.
  2. Attivazione di almeno tre gruppi di lavoro di Istituti Scolastici Superiori della Provincia di Gorizia (classi terze e quarte). Relazione di un docente dell’istituto coinvolto.
  3. Realizzazione di uno studio quali quantitativo sulla violenza relazionale in almeno un istituto scolastico medio inferiore. Rapporto del Direttore d’Istituto coinvolto.
  4. Attivazione del progetto Alimentazione Consapevole in almeno un istituto scolastico elementare. Relazione del Responsabile dell’istituto.
  5. Evento culturale di livello Provinciale sul tema: disturbi alimentari; Locandina e patrocini.
  6. Pubblicazione di un libro sui D. A. che dimostri un visione teorica rigorosa per un approccio a 360 gradi del problema dei D. A. ; Copia del libro.
  7. Incontro di verifica e discussione alla fine del primo anno. Rapporto sottoscritto dagli attori.
  8. Impegno degli istituti scolastici coinvolti (o del Coordinamento Provinciale contro la dispersione scolastica) a proseguire il progetto l’anno successivo tramite percorsi educativi propositivi (secondo il tema prescelto). Relazione dei dirigenti gli istituti coinvolti nel progetto.

Fonti e mezzi di verifica degli indicatori di risultato

Base dottrinale che collochi il problema dei D. A. nel quadro del più vasto e multiforme panorama del disagio adolescenziale e giovanile. [5] In tale lavoro sono riportati i lavori scientifici che sostengono la necessità del Gruppo Operativo, dell’intervento multi livello, e del necessario coinvolgimento delle famiglie e delle associazioni formali.

Condizioni esterne al Progetto

I fattori esterni al controllo diretto del progetto che sono necessari per raggiungere gli obiettivi sono l’adesione degli istituti scolastici.

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Metodi

Obiettivo specifico n°1

Il G.O.A.L. sarà il Gruppo di Lavoro del Progetto. Riunirà rappresentanti dell’Associazione capofila e dell’Associazioni Partner come: Da Donna a Donna – S.O.S. Rosa, Zyme. Sarà convocato dal responsabile del progetto dr. Fabrizio Bertini. Sarebbe auspicabile coinvolgere le famiglie colpite dal problema Disturbi Alimentari tramite la collaborazione con l’Ambulatorio per i Disturbi del Comportamento Alimentare dell’ASS n°2, di cui il dr. F. Bertini fa parte.

Obiettivo specifico n°2

Sulla falsariga dell’esperienza maturata con il progetto ESSERCI, la dottoressa Corinna Michelin, esperta di conduzione e supervisione dei gruppi, insieme alla dottoressa Laura Calligaris, esperta di Disturbi del Comportamento Alimentare, contatteranno gli Istituti Scolastici Superiori della Provincia goriziana, per proporre il proseguimento dell’esperienza precedente sul tema del Disagio Giovanile in generale, dei D. A. in particolare, con una sensibilità particolare per il tema della violenza nella cultura e nella società odierna in generale e della Violenza Relazionale nelle classi scolastiche, in particolare. I ragazzi che intendono impegnarsi (con la prospettiva di pubblicare il loro lavoro tramite stampa e/o televisione, e di incidere stabilmente sulla qualità di vita degli studenti che verranno dopo di loro) saranno invitati a progettare un intervento efficace per i loro pari. L’impegno dovrebbe idealmente configurarsi un due fasi, corrispondenti a due anni di lavoro: una prima fase di studio ed analisi, seguita da una seconda fase di intervento propositivo. Tra le possibilità da considerare, anche quella di collaborare concretamente alla ricerca epidemiologica, descritta nell’Obiettivo specifico n°3, tramite interviste semi strutturate, sia nel proprio Istituto, sia in Istituti Scolastici Medi Inferiori. Se il gruppo decidesse di impegnarsi subito con proposte positive, senza studiare le forme del disagio, le proposte possono spaziare nel campo della psicologia positiva, del teatro e dei modelli femminili di leadership.

Obiettivo specifico n°3

Per le scuole medie, il progetto prevede la realizzazione di uno studio quali quantitativo mediante il metodo proposto dal prof. Davide Vannoni, docente al Politecnico di Torino di Teoria dei Linguaggi Formali, esperto di analisi di mercato e di fenomenologia sociale.

Poiché è risaputo che i Disturbi dell’Alimentazione originano spesso in un clima di violenza coperta (violenza fisica, sessuale, relazionale) che per la sua indicibilità è orientata su di se, tramite un comportamento violento e punitivo, qual è l’adozione di diete selvagge e maniacali, è necessario studiare le forme di questa violenza coperta sia in estensione che in profondità. Un filone di ricerca che, nonostante l’attenzione portata sul bullismo (tipicamente maschile) non sembra ancora essere stato preso in seria considerazione in Italia, è il problema della Violenza Relazionale di genere femminile. Una sorta di Mobbing di classe al femminile, non di rado all’origine di abbandoni scolastici, di difficoltà nel rendimento scolastico, di depressione, ideazione suicidarla, comportamenti sessuali a rischio, ansia, abuso di sostanze, solitudine e Disturbi Alimentari. Il fenomeno è noto ai docenti ma non è stato portato allo scoperto in modo specifico né è oggetto di interventi tesi a contrastarlo specificamente, perchè si tende a pensarlo come un fenomeno naturale. Evidente nei primissimi anni di scuola, tende a nascondersi e a farsi sofisticato nella scuola media e superiore.

In America il problema è stato invece esplicitato, misurato e contrastato con programmi specifici di intervento che coinvolgono i diretti interessati. [6] L’ipotesi più efficace, in tal senso, é risultata quella che mette in stretta relazione il fenomeno della violenza relazionale con il sistema di credenze che la giustifica. Evidenziando e modificando il sistema di credenze, con un approccio cognitivo comportamentale di adeguata durata, è stato possibile modificare stabilmente il clima di violenza diretta ed indiretta nelle classi medie.

Lo stesso può essere fatto in Italia ma é necessario far precedere l’intervento dalla misurazione quali quantitativa del fenomeno, verosimilmente diverso, secondo il contesto, il genere o le fasce d’età.

Uno studio scientifico di riferimento può essere il lavoro di Werner & Nixon. [7]

Ma a quest’impostazione rigorosa va senza dubbio affiancato un metodo di ricerca che vada in profondità coinvolgendo attivamente un campione ristretto di studenti nell’arco di un certo tempo. Su tale fronte può essere di riferimento sia il metodo quali-quantitativo del prof. Vannoni sia alcune esperienze pilota condotte in Italia.

Dopo aver realizzato lo studio, dovrebbe aprirsi il capitolo dell’intervento teso a contrastare il problema. A questo proposito le sinergie possibili sono numerose. L’ideale sarebbe integrarsi con interventi o programmi già esistenti, eventualmente ispirandosi a modelli che hanno funzionato altrove. L’Associazione Zyme propone da tempo il progetto Sviluppo Sano, per le scuole medie e per le ultime classi delle elementari. Tale progetto contiene strumenti e potenzialità efficaci, con adeguate modifiche a hoc, anche per la prevenzione della violenza in generale e dei disturbi alimentari in particolare.

Lo studio del fenomeno da contrastare permetterà di valutare a distanza l’impatto del progetto.

Obiettivo specifico n°4

Consiste nella realizzazione di uno stralcio di un preesistente progetto dell’Associazione Zyme di Ronchi dei Legionari. Tale progetto consisteva di interventi educativi modulati secondo il grado degli istituti scolastici eventualmente coinvolti. L’obiettivo n°4 consiste nella parte del progetto studiata per essere realizzata in un istituto scolastico elementare.

Obiettivo specifico n°5

Organizzare a scadenza annuale un Forum Scuola / Volontariato sul tema e sugli obiettivi del Progetto. Evento di restituzione, discussione e rilancio, da collocare verso la fine dell’anno scolastico.

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Partners

Prof. Davide Vannoni (consulenza per lo studio nelle scuole medie).

Associazione da Donna a Donna (collaborare per studiare la violenza sulle donne e tra le donne)

SOS Rosa (collaborare per studiare la violenza sulle donne e tra le donne)

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Sottoprogetto: Educazione tra Pari negli Istituti Scolastici Superiori

Titolo

Da definire con gli studenti (es: Protagonisti dell’Auto formazione).

Scopi Generali

Educazione tra pari, protagonismo, sviluppare nei giovani il senso di auto efficacia. Contrastare e prevenire il disagio giovanile, promovendo modelli di successo e leadership basati su valori sociali positivi e di cittadinanza critica ed incisiva. Contrastare indirettamente quella particolare forma di disagio giovanile rappresentata dai disturbi dell’alimentazione sviluppando capacità personali e collettive sane e positive. (Cfr. raccomandazione OMS: Life Skills Education [8] )

Obiettivi

(cfr. Obiettivo Specifico n°2 a pag. 6)

Proporre agli studenti ed eventualmente ai loro docenti più motivati (con la prospettiva di pubblicare il loro lavoro tramite stampa e/o televisione, e di incidere stabilmente sulla qualità di vita degli studenti che verranno dopo di loro) di progettare e realizzare un intervento efficace di Promozione alla Salute per i loro pari. L’impegno dovrebbe idealmente configurarsi un due fasi, corrispondenti a due anni di lavoro: una prima fase di studio ed analisi, seguita da una seconda fase di intervento propositivo.

L’argomento “stimolo” sono i disturbi alimentari, inquadrati nella prospettiva che vede da una parte l’inefficacia (se non addirittura l’effetto paradossalmente peggiorativo) di approcci diretti al problema specifico e dall’altra l’utilità trasversale di proposte educative imperniate sul tema delle life skills. Superata la prima fase di riscaldamento e di costituzione del gruppo, si andrà a definire l’obiettivo di lavoro, partendo dal tema generale del disagio giovanile per confluire sull’idea che l’impegno positivo del gruppo sia una delle risposte a più elevata probabilità di impatto e di successo (educazione tra pari) oltre che una fonte diretta di risorse positive per i suoi partecipanti.

Dopo aver impostato la cornice di lavoro, i gruppi saranno stimolati a definire quelle che percepiscono come priorità per un progetto educativo. Non necessariamente l’argomento deve avere a che fare con i disturbi alimentari. I facilitatori del gruppo proporranno i temi scelti dagli organizzatori del progetto come argomenti stimolo: il tema della violenza, nelle sue diverse forme esplicite, nascoste, coperte e di genere. Il tema di quella particolare forma di violenza sul corpo che sono i disturbi alimentari. Deve essere chiaro che la scelta operativa del gruppo è orientata ma non condizionata. Qualora un gruppo manifestasse interesse per l’argomento stimolo, sarà messo a confronto con il sottoprogetto Violenza Relazionale nelle Scuole Medie e Contromisure. Tra le diverse possibilità, è da considerare anche quella di collaborare concretamente alla ricerca epidemiologica, descritta nell’Obiettivo specifico n°3, tramite interviste semi strutturate, sia nel proprio Istituto, sia in Istituti Scolastici Medi Inferiori.

Qualora invece il gruppo decidesse di impegnarsi subito con proposte positive, senza studiare le diverse forme del disagio, e le comuni cause profonde dello stesso, le proposte possono spaziare nel campo della psicologia positiva, delle social skills e dei modelli di leadership soprattutto di genere femminile. Prevedibilmente gli orientamenti del gruppo rifletteranno le caratteristiche dell’istituto scolastico di appartenenza.

I gruppo sono pensati come gruppi di genere misto, ma se le peculiarità di genere dovessero consigliare una specializzazione, nell’ottica di approcci femministi o di genere, l’associazione da Donna a Donna metterà a disposizione le sue risorse per favorire un simile sviluppo.

La vita del gruppo, la sua possibilità di superare le fasi critiche e di raggiungere obiettivi di lungo periodo richiede forme di supporto cruciali quali:

q       Un conduttore – facilitatore dedicato

q       Una deciso, coerente e nel contempo “delicato” supporto da parte di alcuni docenti e dei rispettivi genitori

q       Lo sviluppo di risorse che potrebbero essere l’oggetto stesso del progetto educativo del gruppo (il gruppo lavora per sviluppare nei pari capacità personali e sociali che il gruppo stesso deve sviluppare in itinere per fronteggiare le difficoltà con successo e raggiungere l’obiettivo che si pone)

Facilitatori

(Area Basso Isontino)

Dr.ssa Laura Calligaris, nata a Gorizia il 16.09.1971, residente a Monfalcone (GO) in Via Portorosega 32, C.F. CLLLRA71P56E098J; psicologa e psicoterapeuta, ha lavorato in convenzione presso l’Ambulatorio per i Disturbi del Comportamento Alimentare ASS 2 Isontina.

(Area Alto Isontino)

Dr.ssa Corinna Michelin, nata a Gorizia il 18.07.1974, residente a Begliano (GO) in Via Carducci 23, C.F. MCHCLL74L58E098Y; Psicologa, supervisore di tutti i gruppi dell’Associazione SPIRAGLIO. Specializzata a Milano in terapia e lavoro di gruppo.

Target

Classi terze e quarte degli istituti superiori della Provincia di Gorizia. Docenti sensibili al Progetto. Genitori sensibili al Progetto. Associazioni e Volontari sensibilizzati e motivati.

Azioni

Primo anno: formazione di gruppi di lavoro per interventi di Promozione della Salute scelti e gestiti dai gruppi stessi. Nella prima fase si presentano alle classi target il progetto e si raccolgono adesioni per formare un gruppo di lavoro di minimo 5 massimo 12 ragazzi. Se il gruppo fosse più numeroso può rimanere unitario suddividendosi in sottogruppi. L’impegno deve essere serio e concepito sul lungo periodo. Il premio oltre che intrinseco nell’obiettivo può essere costituito da forme di visibilità mediatica o gite di studio presso istituti scolastici italiani che hanno realizzato progetti simili. Dieci incontri di un’ora e mezza ciascuno fuori dall’orario scolastico normale. Dopo la fase di riscaldamento e di studio del problema c’è un brain storming per concepire un progetto calato nella propria realtà scolastica. Presentazione del progetto ad un collegio di insegnanti e poi a tutta la scuola. Le risorse da sviluppare nel percorso sono:

q       Come si costruisce un progetto (eventualmente con docenti del CSV)

q       Come si comunica nel gruppo e come si organizza la divisione dei compiti

q       Come prendere decisioni

q       Come superare i momenti di crisi

q       Come cercare supporti esterni al gruppo (conferenze stampa, volontariato etc.)

Indicatori quali quantitativi

Numero dei gruppi attivati. Qualità degli studi intrapresi. Restituzione di fine anno scolastico tramite mass media. Numero dei gruppi che s’impegnano con progetti propositivi.

Questionari di gradimento e di feedback.

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Sottoprogetto: Violenza Relazionale nelle Scuole Medie e Contromisure

L’assunto di base è che il fenomeno del bullismo sia simile al problema che da anni si affronta nel sistema scolastico americano. Questo sottoprogetto consiste nel replicare, con i necessari adattamenti il successo dell’esperienza americana. I Disturbi alimentari entrano a far parte del problema perchè nascono, in parte, dalle diverse forme di violenza sottile o manifesta che pervadono i mondi vitali delle persone. Affrontare il problema della violenza che sta a monte è un modo efficace di fare promozione della salute anche nella specifica forma di disagio del disturbo alimentare. Poiché la realtà americana è diversa da quella nostra è necessario far precedere l’intervento ad una ricerca sul campo che consenta di calibrare gli strumenti di intervento alla nostra peculiare realtà isontina.

L’idea è di predisporre una ricerca sul tema indicato coinvolgendo i ragazzi tramite focus group e teatro forum, per andare a definire le sonde da utilizzare concretamente nello studio estensivo. Secondo il nostro consulente ciò può essere realizzato con uno strumento di ricerca da lui messo a punto in numerose ricerche di livello nazionale. Esso consiste di una fase che studia il fenomeno in “profondità” su un gruppo delimitato di ragazzi. Gli elementi cognitivi critici che così possono emergere sono poi impiegati per costruire un questionario a hoc da distribuire su un campione più vasto e più rappresentativo della popolazione giovanile studiata.

Titolo

Da definire insieme.

Esempio: il Virus della Violenza è tra noi. Contrastiamolo con l’Antivirus

Esempio: Contrastiamo la Violenza Sottile

Esempio: Conosci te Stesso.

Scopi

Studiare, con la partecipazione degli interessati, un fenomeno affine al bullismo, antecedente ad esso, più nascosto, più diffuso e più direttamente coinvolto con il problema dei disturbi dell’alimentazione. Costruire assieme ai ragazzi contromisure positive. Promuovere un Clima più Sano nelle Classi.

Obiettivi

Realizzare uno studio quali quantitativo che veda la partecipazione attiva dei ragazzi, tramite laboratori di narrazione, focus group, teatro forum. Creare le premesse per attivare l’anno successivo un intervento propositivo di educazione tra pari per cambiare il clima di violenza nelle scuole.

Esecutori

Professionisti e volontari delle Associazioni Da donna a Donna e Zyme

Target

Classi prime e seconde di istituti scolastici medi.

Genitori dei ragazzi ed Insegnanti sensibilizzati al seguente argomento:

È stata constatata una diretta relazione tra il fenomeno della violenza relazionale con il sistema di credenze che la giustifica. Evidenziando e modificando il sistema di credenze, con un approccio cognitivo comportamentale di adeguata durata, è possibile modificare stabilmente il clima di violenza diretta ed indiretta nelle classi medie.

Azioni

Uno studio scientifico di riferimento é il lavoro di due ricercatrici americane: Werner & Nixon. [9]

Esempio di domande impiegate nel questionario:

Domande sull’aggressione FISICA:

Hai cominciato a tirare pugni o a spingere a farlo

Hai minacciato di colpire o picchiare qualcuno

Hai avuto uno scontro serio a scuola

Hai colpito qualcuno perché non ti é piaciuto ciò che aveva detto o fatto

Domande sull’aggressione relazionale:

Hai minacciato qualcuno di togliergli l’amicizia per ferirlo o ottenere qualcosa da lui/lei

Hai avuto una discussione con un compagno di classe

Hai cercato di escludere qualcuno dalle attività del gruppo

Hai sparso male parole che non erano vere sul conto di qualcuno

Hai indotto gli altri a non mettersi in relazione con qualcuno con il quale eri arrabbiato

Per definire un analogo questionario da impiegare in questa ricerca è necessario realizzare la parte qualitativamente più importante della ricerca: il coinvolgimento diretto dei ragazzi tramite lavoro in gruppo. Si tratta di ottenere il consenso dei genitori per formare un gruppo non numeroso e possibilmente abbastanza omogeneo di ragazzi/e. Potrebbe essere utile creare distinti gruppi di genere. Oppure, tramite la collaborazione dei docenti, formare due gruppi distinti di prevaricatori e di vittime. Lo studio dei sistemi cognitivo di questi focus group consentirebbe di precisare le caratteristiche cognitive del fenomeno e predisporre così le domande più adatte da interire nel questionario da distribuire su un campione più vasto di ragazzi.

Focus group

Si tratta di incontri di circa due ore con un gruppo di ragazzi composto da 8 – 20 soggetti. Con la dovuta perizia i conduttori del focus (uno o due) riscaldano l’ambiente, focalizzano l’attenzione sul tema e con opportune domande stimolo fanno interagire i ragazzi per far emergere convinzioni, opinioni, criteri e metri di giudizio sui fenomeni del bullismo e della violenza relazionale.

Teatro forum

Il gioco consiste in una rappresentazione teatrale (una simulazione di un fatto accaduto) che funge da stimolo come nel focus group. Gli interventi dal gruppo sono espressi con giudizi e con l’invito ed entrare nella scena per provare a far andare le cose in modo diverso. Attraverso altre simulate sullo stesso episodio i ragazzi possono partecipare con maggiore intensità e divertimento, abbassando le difese e facendo emergere le strutture cognitive che sono oggetto della ricerca. Il teatro forum è un eccellente strumento di ricerca ma anche di intervento perchè (anche in tempi successivi) consente di mettere in scena nuove convinzioni e diversi atteggiamenti nei confronti della violenza.

I passi necessari per far partire il progetto sono:

  1. presentazione pubblica che coinvolga insegnanti e genitori
  2. raccolta contestuale di adesioni da parte delle famiglie
  3. definizione del gruppo operativo che curerà i dettagli operativi
  4. focus group (uno o due)
  5. definizione del questionario e supervisione
  6. somministrazione del questionario inchiesta
  7. elaborazione dei dati
  8. restituzione e impostazione di un progetto educativo da realizzare l’anno scolastico successivo

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Sottoprogetto per le Scuole

Titolo del progetto: UOMO CONSAPEVOLE

Scopo:

Indirizzare i giovani alla responsabilità individuale per il raggiungimento di un buon stato di salute, che si può attuare attraverso un cammino di conoscenza del proprio corpo. Dare una corretta informazione sul corpo, sui processi digestivi e sull’aspetto emotivo che coinvolge l’individuo nella scelta del cibo.

Stimolare  fin dall’infanzia la criticità nei confronti del cibo che viene continuamente proposto dai mass media, tenendo presente la tendenza sempre più diffusa all’obesità fin dalla prima infanzia e delle problematiche legate alla bulimia e anoressia in aumento nel mondo giovanile. Per questioni pratiche è sempre più in uso il fast food. Con il nostro progetto vogliamo far riconsiderare il cibo naturale contrapposto a quello manipolato, per riappropriarsi dei sapori semplici e più autentici.

Arricchire l’importante disegno culturale che la scuola sta già portando avanti, una scuola che oggi incontra le evidenti difficoltà dovute alle veloci dinamiche di cambiamento in atto nella società.

L’intervento all’interno della scuola sarà modulato in base all’età, ad esempio nella scuola materna ci sarà un programma che prevede una maggiore sperimentazione rispetto la parte teorica.

Fluenza:         Si comunicherà con i bambini e ragazzi in modo semplice e schematico coinvolgendoli a livello emotivo e sensitivo.

Target:           I moduli degli interventi sono rivolti a bambini dai 6-11 anni (Scuola Elementare), e/o ragazzi dai 12-14 anni (Scuola Media). Eventualmente giovani di 15-19 anni (Istituti Superiori).

Tecnologie:   Verranno utilizzate tecnologie diverse in base alla tipologia dell’intervento che tiene conto dell’età del target:

Slides: per visualizzare il corpo umano ed il percorso digestivo.

Impianto acustico: musica per riattivare i canali sonori, riappropriarsi del proprio iso musicale e stimolare il livello emozionale di percezione.

Testi - CD multimediali: nella Scuola Materna è previsto un libro con filastrocche per memorizzare i termini nuovi del corpo umano; nella Scuola Elementare un libro di favole che tramite metafora tenderà a far capire al bambino l’importanza della scelta del cibo sano per un corpo sano; nella Scuola Media e Superiore potrà essere distribuito un cd multimediale contenente un gioco interattivo: per la riuscita del gioco lo studente dovrà memorizzare le varie parti del corpo umano interessate ai processi digestivi.

Azioni:   Ogni singolo intervento prevede sei ore di lezione per scuola, di cui tre ore di informazione, due di musicoterapia ed una di sperimentazione.

Tempi:   La durata di un modulo è di tre settimane, con due ore di lezione per settimana.

Responsabile del progetto:

Nominativo: Dott.ssa Rossana Lo Monaco

Titolo professionale: Medico

Recapito telefonico: 0481 808755 e-mail malehnus@libero.it

Esecutori del progetto:

Responsabile del progetto Dott.ssa Rossana Lo Monaco

Altri soggetti:

Limpido Vincenzo Raffaele musicoterapeuta
Vilma Canton ins. espressione artistica
Corinna Michelin psicologa ed insegnante
Angelo Signorelli insegnante e scrittore

Area territoriale dell’intervento:

L’intervento sarà effettuato in Friuli Venezia Giulia, con l’intenzione di abbracciare più regioni e paesi europei.

Dettagli del progetto

Target:

Bambini dai 3-5 anni (Scuola materna)
Bambini dai 6-11 anni (Scuola elementare)
Ragazzi dai 12-14 anni (Scuola Media)
Giovani dai 15-19 anni (Superiori)

Azioni:

L’intervento nelle scuole sarà modulato per età per un totale di sei ore di lezione per scuola suddivise in tre ore di informazione due ore di musicoterapia e un’ora di sperimentazione. Le sei ore sono suddivise in tre incontri della durata di due ore. I gruppi di alunni/studenti saranno diversi in base all’età: per i bambini della Scuola Materna sono previsti gruppi di classi singole (massimo 30 bambini) per la Scuola Elementare gruppi formati da massimo due classi (60 bambini) mentre per le Scuole Medie e Superiori gruppi di tre classi (massimo 90 studenti).

Operatori:

Rossana Lo Monaco (responsabile del progetto) Nata a Roma il 07/07/1953
Residente a Capriva del Friuli (Gorizia) Via Lauterbach, 25

Titoli accademici
Laureata nel 1978 in medicina e chirurgia (110 e lode) presso l’Università La Sapienza di Roma. Specializzata nel 1981 in Chirurgia plastica ricostruttiva presso l’Università degli Studi di Milano. Ottiene varie specializzazioni e diplomi in omeopatia e iridologia. Svolge dal 1991 attività di docenza in particolare per lo sviluppo della cultura omeopatica. Ha partecipato come relatrice a vari congressi e ha pubblicato articoli su riviste scientifiche nazionali e internazionali. Attualmente esercita l’attività di medicina generale coadiuvando la medicina tradizionale con medicine non convenzionali (fitoterapia e omeopatia).

Limpido Vincenzo Raffaele (musicoterapeuta) Nato il 12-02-1977 a Torino
Residente a Gorizia in via Ciconi 6/b -Tel. 0481-32077.

Titoli accademici
Diploma di clarinetto, nell’anno 1998, -conservatorio di musica “Tartini” di Trieste. Diploma linguistico, nell’anno 1998, -I.T.S. “D’Annunzio” di Gorizia. Certificazione di “musicoterapia”, nell’anno 2000, -istituto di musica “Vivaldi” Monfalcone. Attualmente è strumentista (clarinetto) “dell’orchestra civica di fiati - città di Gorizia -” diretta dal maestro Giorgio Magnarin e strumentista (clarinetto) dell’ensemble “cappella tergestina” (musica sacra) di Trieste diretta dal maestro Marco Podda.

Tempi di attuazione

Durata del progetto otto mesi. L’ipotesi di progetto prevede otto moduli di intervento, tenendo conto degli otto mesi di anno scolastico. Un intervento al mese. Ogni singolo progetto ha la durata di tre settimane (due ore di lezione la settimana)

Indicatori quantitativi e qualitativi:

Verrà valutato il grado di conoscenza iniziale e finale, il livello di gradimento.

Monitoraggi e verifiche: per una valutazione finale del lavoro svolto è previsto un concorso per il miglior componimento su tema attinente al corso e fatto in collaborazione con gli insegnanti. È previsto un premio Zyme che verrà consegnato in occasione di una giornata di visita presso una fattoria bioagricola. I componimenti saranno valutati in prima istanza dagli insegnanti ed i migliori 5 di ogni grado di livello scolastico saranno poi giudicati da una commissione di Zyme composta da scrittori e giornalisti e dalla responsabile del progetto dr. Rossana Lo Monaco.

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[1] I Disturbi Alimentari: Progetto Integrato Comunitario. A. Segatori, F. Bertini et Al. Franco Angeli, Milano 2005

[2] www.beron.it

[3] Cfr. in Appendice l’intervento tenuto da Fabrizio Bertini a Gorizia, nell’ambito del Convegno: Cibo per il Corpo, Cibo per la Psiche. – Terapia della Persona del Gruppo e della Comunità.

[4] Progetto Esserci, 2004/2005 firmato dalle Associazioni SPIRAGLIO – ANDOS – LEGA TUMORI, supportato dal CSV FVG e dalla Fondazione Carigo.

[5] Cfr. Progetto SVILUPPO SANO dell’Associazione Zyme: http://www.beron.it

[6] Cfr. CASS: Creating A Safer School, www.opheliaproject.org

[7] N. Werner C. Nixon, Normative Beliefs and Relational Aggression. Jour. Youth Adolescence, vol 34 June 2005

[8] Bollettino OMS - Skills for life-, N° 1, 1992

[9] N. Werner C. Nixon, Normative Beliefs and Relational Aggression. Jour. Youth Adolescence, vol 34 June 2005